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E La Nave Va

by Michele Viviani

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1.
Dormiveglia 03:20
Come un fiume carsico: coricarsi ricordasi l’ansimo aspettarsi certo sotto il fondo livido nella veglia crescere, sciogliendo il battito. Le mani strette al termine del sogno, trattiene e tremola nell’anima. Libera me - quel tanto che - scioglie l’ansia alla gola! Come un fiume carsico: per scordarsi del finale tragico fingersi per sbaglio oltre il punto critico nella fretta perdersi il lato comico. Così m’accorgo ch’è la vita vera - la vita vera quando non ci sei - nel sogno che libera me, scioglie all’onda la vela.
2.
Scioglimidime Scioglimidime Scioglimidime L’ingorgo autostradale a Borgo Panigale è locale è globale, metafora sociale: qual’è la morale? Il tempo quanto vale? Il tempo quanto vale? S’addensa e si disperde, si fissa e si converte e si perde il senso il sentimento il senso dell’orientamento, il ritmo - lento elastico che lega il movimento - ; è il mio momento quando - se ritardo la partenza sono solo, mi sciolgo di me. L’ingresso in tangenziale a Borgo Panigale è fatale, è banale: la pena capitale in forma rateale. A Borgo Panigale l’affanno individuale t’ammassa e ti comprende insieme a tanta gente e si sente lo schianto dell’incanto, un senso di soffocamento, l’esempio chiaro del dilemma di coordinamento; è il mio momento quando, se ritardo la partenza sono solo, mi sciolgo di me. Quanti quanti: vedi come vanno tutti insieme lenti lenti - non pensavo vedi quanti sono - tanti tanti - sono tutti nella stessa bolgia - tutti tutti Ah! Scioglimidime Scioglimidime Scioglimidime Che scena da manuale a Borgo Panigale: è volgare,infernale: chiasso condominiale, è l’ultimorituale! Cultura nazionale, immagine frattale: t’ammassa e ti comprende, t’ammazza e ti difende e ti stende: distratto nell’attesa il rischio di tamponamento; stretto al sussulto spastico che strappa il movimento. E’ il mio momento quando, se ritardo la partenza sono solo, mi sciolgo di me! Quanti quanti: vedi come vanno tutti insieme lenti lenti - non pensavo vedi quanti sono - tanti tanti - sono tutti nella stessa bolgia - tutti tutti Ah! Scioglimidime Scioglimidime Scioglimidime
3.
Ora che sei lontana che non torni e se torni come torni, come pormi? Ora che la mia vita è tutta aperta e senza porti e senza fronti e senza sconti. In oltreoceano navighi e confondi, in mille-luci-e-parco-giochi-e-voci ti nascondi ti nascondi. Nascosta tra grattacieli senza tempo come un accidente di natura, come diceva Claude Levi-Strauss una città che è ormai una geografia non più un’architettura. Luce luce lontana, luce stanca, luce franta: che luce strana! Luce dolce luce e allegra dello sguardo tuo, che non lo vedo da una vita o da una settimana! E canta soffocato il canto mio preso all’oscuro; e canta soffocato il canto mio preso nel nero: ah questo esilio dall’amore tuo mi lascia come in patria uno straniero! Ma te lo dico quanto sei bella, ma tu più bella sarai con me! Ora che tutto è fermo e tutto è secco e non respiro ed è deserto e non riposo nella notte e non c’è ombra al sole a picco e non c’è fiato e non c’è mare aperto. In un momento hai camminato viola a viola e verde vario e riso e fresca e bianca fronte e adesso sei per me così lontana e pallida e muta e riseccata fonte. Luce che m’eri accesa, luce contesa, luce festosa, luce contenta: luce dimenticata accesa e ritrovata intermittente e fulminata e diventata spenta. Ah che non hai tu vita, sei all’oscuro; ah che non hai tu vita qui nel nero: ah quest’esilio dall’amore tuo mi lascia come in patria uno straniero. Ma te lo dico quanto sei bella, ma tu più bella sarai con me! Ora che sei tornata e che non torni e capricciosa ed arrabbiata ti carezzo solo nei miei sogni; e a tratti perdi il miele e lo sguardo ti s’appanna e il movimento si sconnette inerte s’informicola e t’affanna. Ah stretti all’abbraccio noi quieti all’oscuro, ah stretti all’abbraccio noi quieti nel nero: ah quest’esilio dall’abbraccio tuo, mi lascia nel mio corpo come se fossi in patria uno straniero. Ma te lo dico quanto sei bella, ma tu più bella sarai con me! E te lo dico quanto sei bella, ma tu più bella sarai con me!
4.
Memoria Viva 03:58
Quasi lavato via -colato e lucido- come un trucco di scena; quasi levato via - graffiato e livido - come un trucco di scena, il ricordo di te: un’ombra sulla pelle tutto quel che mostro appena. E dentro tutto un vuoto desiderio e niente-niente-niente e disperata pena. E’ stata colpa mia- - esterrefatto e statico - come un vuoto di scena. E’ stata colpa mia - e resto ansioso ed avido - come un vuoto di scena. Ma non è questa colpa che mi visita, mi visita e tormenta, non è il torto: Ma quando sento accanto qui presente adesso la memoria viva del tuo corpo. E’ corpo di donna trovata E’ corpo di donna provata E’ corpo di gioia sfogata. E’ corpo che fragile suona di nervi, che a me s’abbandona E’ corpo che quieta e perdona. E’ corpo che danza e m’incanta che brucia di viva sostanza è corpo che invoca che canta. E al corpo dov’era il mio cuore - di bimbo il confuso dolore - Dov’era: s’è chiuso all’amore. Qual è la verita’? Qual è la verita’? Qual è il colpo di scena? Dov’è la carità? Dov’è la carità? Dov’è il colpo di scena? E intanto se mi vedi non mi vivi non mi usi non mi scusi: come morto. E se quasi m’illudo tu non senti niente-niente-niente-niente: come storpio . E’ corpo di donna ferita e bella rabbiosa avvilita è corpo d’angoscia svelata. Di bimba confusa e presente pedante - si uccide e difende - è corpo che prende e pretende. E’ corpo che a corpo s’accresce, a corpo si trova e si perde: è corpo che a corpo si mesce. E’ corpo e memoria che spremo, è corpo e memoria allo stremo, e dolce che ancora ne tremo.
5.
Escidiscena 03:53
Il cuore oltre l’ostacolo Dimentica il pericolo perché Buttando tutto via Rimane mia La vita l’incoscienza l’allegria Lo sai non è un problema S’escidiscena Sarai carina, ma anonima Forse intrigante, ma isterica Sicuramente neofita Escidiscena s’escodiscena Non sei materna, ma tenera Una bestiola didattica Una condanna una vittima Escidiscena s’escodiscena Il rischio del ridicolo Ti sembra sono drastico perchè Vedi che soffro anch’io Piango un addio E’ un rito uno scongiuro a modo mio Sfogarsi questo è il tema Escidiscena Spesso distratta, ma tragica Sei permalosa, ma frivola A volte ingenua, patetica Escidiscena s’escodiscena Sei un’entusiasta, ma timida Sei maliziosa, ma pavida Forse devota, ma ipocrita Escidiscena s’escodiscena Non basterà un miracolo Amarti non è pratico perché, Non sono quel che vuoi Quello che puoi Lasciarti sola dentro i fatti tuoi Risparmiami la pena Escidiscena Molto esigente e caotica Testarda ipercinetica Ti manca il senso del limite Escidiscena s’escodiscena Non sei confusa, ma illogica Un’insicura canonica Presa sei persa, ma comica Escidiscena s’escodiscena
6.
La Vela 03:42
La strada, ma sarà questa la strada? - strada che si confonde in un deserto d’acqua - e brucia e fame e sete e non è questa l’acqua, l’acqua che chiede la mia sete e sazia. Sei tu che guardo e tu che per portarmi l’acqua aspetti e guardi, aspetti e tutto ti spaura: di fare un passo in questa luce scura, luce che attira l’ombra della tua figura. Lascia che trovi la vela: la vela mi porterà, da te. Voce non sento più chiara la voce: voce ch’è un’eco e si disperde in un deserto d’acqua. E cado e chiedo e non mi resta tempo e non è questa l’acqua: l’acqua che chiede la mia sete e sazia. Bocca secca bocca che si tende e gambe sfatte in un deserto d’acqua. Un poco d’acqua e dopo niente, si rimane in pace. E mentre te ne vai spegni la luce. Lascia che trovi la vela: vela mi porterà, da te.
7.
E La Nave Va 03:33
Alumalena, Alumalé Olalacatena, Olalacaté. Ansima scende dondola ( ...e la nave va...) Splende via, s’incendia -guardala!- (...e la nave va...) Nella distanza vola scivola scossa: chissà dove va? La compagnia è laconica (...e la nave va...) La folla a spasso comica (...e la nave va...) La crisi ormai quasi cronica, ma non per tutti si sa. Partire, tornare Soltanto nessuno se n’accorgerà ma poi perché ma chi chi sei per farmi piangere così. Nella deriva immobile (...e la nave va..) S’infrange la prospettiva fragile (...e la nave va..) E’ l’ironia fin troppo facile nell’onda chi ride chissà! S’accende un cielo porpora (...e la nave va...) Adesso la gente mormora (...e la nave va...) S’agita urla preme rantola Com’è che s’esce di qua? Partire, tornare Soltanto nessuno se n’accorgerà ma poi perché ma chi chi sei per farmi piangere così. Sfoca s’annebbia instabile (...e la nave va...) Lontana oramai invisibile (...e la nave va..) Persa aldilà dell’udibile Orache cosa si fa? Partire, tornare Soltanto nessuno se n’accorgerà ma poi perché ma chi chi sei per farmi piangere così. Alumalena, Alumalé Olalacatena, Olalacaté.
8.
Oltre il cortile le luci La ciminiera s’addensa Oltre la sera si chiude si quieta si rincasa L’ansa del fiume che affonda Oltre la strada sabbiosa Nella pianura si snoda si piega si riposa E’ naturale nel canto Artificiale nel corso Chiude il discorso è un’eco si smorza s’allontana E scende e sale la luna Calacrescerà Oltrenatura dentro l’anima Terra detrito dell’onda Alluvionale dall’onda L’argine scende nel fondo del fiume si rintana Santificato nel ritmo Sedimentato nel corso Forse un percorso ti chiede ti chiama s’avvicina La luna gialla di gomma Oltre la strada sabbiosa Oltre la sera ti guarda ti sembra sia vicina E scende e sale la luna Calacrescerà Oltrenatura dentro l’anima

about

All Songs are written, and performed by Michele Viviani : Vocals, Classical Guitar, Percussion, Alto and Tenor Recorder, Sardinian Syrinx.

Recorded and Mixed by Michele Viviani at “ In My Room”
Cover Photo by Michele Viviani - Marina di Ravenna 5/6/2019-

credits

released September 1, 2019

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Michele Viviani Bologna, Italy

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